Lazzaretti Veneziani 2020: il cortometraggio

LE ISOLE DELLA QUARANTENA NELL'ANNO DELLA QUARANTENA GLOBALE

Un cortometraggio per raccontare la grande sfida del 2020: dall’aqua granda al lockdown e alla ripresa. “Dopo decenni trascorsi a spiegare la quarantena a migliaia di persone nelle visite dei Lazzaretti, ci siamo trovati tutti a viverla personalmente.”

I volontari delle associazioni Ekos Club e Archeoclub di Venezia raccontano gli avventurosi mesi del Lazzaretto Nuovo, il luogo con cui mezzo millennio fa la Repubblica Serenissima ha messo a sistema la quarantena, attivata in tutto il mondo per combattere il coronavirus.

Dieci minuti “camera a mano”, raccogliendo le quattro stagioni e le impressioni sul campo grazie alle immagini girate dai telefonini dei volontari, portando con sé appassionati e sostenitori nella variegata quotidianità isolana in un anno segnato dalla distanza fisica.

Il 2020 annus horribilis è cominciato per Venezia in realtà qualche mese prima, con la aqua granda del 12 novembre 2019: l’acqua alta eccezionale che ha travolto la Laguna con 187 cm di alluvione spinta da un vento oltre i 100 km orari. Un anno che si è rivelato poi difficilissimo in particolare per le città turistiche come Venezia e per le realtà culturali che, per sopravvivere al lockdown, hanno dovuto rivedere la loro capacità di stare al mondo.

I Lazzaretti Veneziani sono così tornati al centro dell’attenzione internazionale e l’ecomuseo ha risposto raccontando sia la prima politica di sanità pubblica della Storia creata per contrastare le pandemie (i Lazzaretti), sia i cambiamenti climatici legati ad esse, grazie al suo ruolo di avamposto storico-ambientale al centro della Laguna Nord. Ma anche un terzo grande tema: la complessa sfida che hanno dovuto affrontare tutti i musei a causa della forzata chiusura al pubblico. Uno stop delle attività che avrebbe potuto mettere a rischio la pionieristica vicenda quarantennale del progetto dei Lazzaretti Veneziani. 

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Queste le azioni più significative, fra le molte messe in pratica nel 2020 dall’ecomuseo lagunare:

  • durante il lockdown primaverile entrambe le isole hanno mantenuto l’ordinaria manutenzione e custodia, mentre la divulgazione si è spostata sul digitale, attraverso la “Quarantena 2.0”: una rubrica social che ha raccontato, per l’ambiente, la vita della Laguna nell’immobilità delle acque e, per la storia, il confronto fra le rivoluzionarie intuizioni della Serenissima e la loro applicazione cinquecento anni dopo in tutto il mondo (l’isolamento e il network diplomatico, il distanziamento spaziale e i medici, le certificazioni, i disinfettanti e le mascherine…);
  • lavori di manutenzione straordinaria durante l’estate hanno riguardato il pontile d’accesso del Lazzaretto Nuovo, grazie al Comune di Venezia, che ha poi confermato il suo sostegno al progetto rinnovando la concessione dell’isola alle due associazioni;
  • la sostenibilità economica è stata raggiunta con un’ampia progettazione dedicata al territorio, che vedrà la luce nel 2021, grazie ai diversi bandi e partnership conquistati;
  • all’inizio di autunno è infine stato possibile effettuare un piccolo periodo di apertura al pubblico (40 giorni rispetto ai consueti 240 annuali) che, nel rispetto delle norme sanitarie, ha confermato il ruolo civico dei musei come chiave di interpretazione dell’attualità, registrando il tutto esaurito e accogliendo oltre un migliaio di visitatori in una cinquantina di visite guidate.

Durante tutto l’anno l’interesse è stato molto alto e internazionale anche da parte del mondo accademico e dei media, con oltre cinquanta uscite stampa, fra cui numerose televisioni e documentari che, nella testimonianza dei Lazzaretti Veneziani, hanno trovato sintesi moderna ed efficace del fondamentale rapporto fra uomo e ambiente, fra passato e futuro.