RICOSTRUIRE LE STORIE DI CHI FA LA STORIA
di Ambika Flavel (University of Western Australia - Centre for Forensic Science)
Dal 2015 l'Università dell'Australia Occidentale (UWA di Perth) conduce un progetto di scavo nell'area del Camposanto dell'isola del Lazzaretto Nuovo. Dopo due anni di stop a causa delle restrizioni sanitarie, nel giugno 2022 abbiamo ripreso con un nuovo workshop residenziale di tre settimane. Quest'anno ci occuperemo di approfondire lo studio delle ossa già recuperate dal cimitero dell'isola, in particolare le ossa disarticolate che erano state sparse durante gli scavi fatti dagli spalatori delle fosse successive, provando anche a rimetterle insieme.
In questi primi anni abbiamo scavato un'area di venticinque metri quadrati, ritrovando ed esumando 44 sepolture. Si tratta di una piccola porzione rispetto alla superficie complessiva del Camposanto, che presenta inoltre numerosi strati; il progetto può quindi proseguire per molti anni, raggiungendo ad esempio il livello sottostante relativo alla fase medievale. Più frammenti sono estratti, più si capiscono le caratteristiche della popolazione dei diversi periodi storici.
Oltre alle sepolture, abbiamo rinvenuto anche oggetti di ceramica, vetro, metallo e ossa animali. Fra le monete, studiate con l'aiuto di Michele Asolati, docente di Numismatica dell'Università degli Studi di Padova, la maggioranza risale al XVI secolo (come la moneta coniata dal doge Andrea Gritti 1523-1539), ma ve ne sono alcune più antiche (per esempio una da Costantinopoli del 1059-1067 o una coniata dal doge Pietro Gradenigo 1289-1311) e pure più recenti (come quella del doge Alvise Contarini 1676-1684).
Tutti i quarantaquattro individui finora esumati nel Camposanto si trovavano in posizione supina e orientati sia parallelamente che perpendicolarmente al muro perimetrale del cimitero. La maggioranza di questi scheletri è stata disturbata durante l’uso e riuso del cimitero, poiché era limitato lo spazio per interrare i numerosi morti.
Il Lazzaretto Nuovo era il luogo deputato alla quarantena dei casi potenzialmente sospetti di peste, e non all'ospitalità dei casi conclamati, e le morti sono da considerarsi accadimenti isolati. Il Camposanto conteneva quindi persone decedute all’inizio o alla fine di un episodio epidemico. Di conseguenza, le sepolture erano perlopiù singole, con un individuo sepolto in una fossa da solo (sono state finora riscontrate solo cinque fosse doppie e una fossa contenente sette persone). Una situazione molto diversa dalle fosse comuni del Lazzaretto Vecchio, che era invece la sede dell’ospedale per i malati di peste, e in cui gli scavi archeologici eseguiti raccontano di fosse contenenti più di cinquanta persone interrate assieme.
Dall'analisi antropologica svolta sui quarantaquattro individui finora esumati, risulta che, alla loro morte, il 33% di loro erano di età inferiore ai 25 anni (3% infanti, 6% bambini e 24% adolescenti) e il 33% oltre i 25 anni. Degli adulti, il 74% erano maschi, il 21% femmine e il 5% non è stato determinato. La maggioranza degli individui ha una altezza stimata oltre i 165cm con molti individui più alti di 170cm. Questo vuol dire che chi frequentava l’isola cinquecento anni fa aveva un’altezza equivalente alla statura media del Nord d’Italia di oggi (che è di 163cm per le femmine e 177cm per i maschi).
Le indagini che conduciamo non restituiscono solo dati generali utili alla Storia, ma sono importanti anche per ricostruire le storie delle singole persone, dando loro una voce, restituendo doverosamente una "giustizia". Mi piace presentare quindi una delle persone sepolte nel Camposanto del Lazzaretto Nuovo. E come esempio, scelgo una donna, perché le statistiche indicano che le donne morirono di peste più degli uomini, soprattutto quando incinte.
Lo scheletro di questa donna è uno dei pochi trovati completi, cioè non disturbato da altre sepolture, ed è per questo anche una delle sepolture più recenti. Si trovava in posizione supina, con la testa rivolta verso nord-est. La sua tomba è stata considerata unica perché la donna aveva le caviglie accavallate una sopra l'altra, mentre tutte le altre scavate fino ad oggi avevano le gambe parallele, una vicino all'altra e diritte. Inoltre la donna aveva gli avambracci appoggiati uno sull'altro, non incrociati sul petto, ma lateralmente verso destra; mentre la maggioranza degli altri scheletri presentava le braccia posizionate sull'addome. Dai resti di questa donna si deduce che la sua età fosse tra i 20 e 29 anni, di statura abbastanza alta (circa 170cm). Di salute risulta sana, non vi sono segni né di frattura alle ossa né di malattie prolungate; l'unica irregolarità si presenta alla scapola destra, probabilmente procurata da un uso esagerato dei muscoli della spalla, come potrebbe essere l'attività del filare sin da piccola. Non si sa molto sulla sua dieta, ma è evidente la caduta di tre molari per carie; i denti mostrano anche caratteristiche riscontrate in quei bambini che hanno avuto periodi di nutrizione precaria alternata a periodi normali (durante la formazione dei denti nelle gengive, se il bambino non è stato nutrito adeguatamente, i denti smettono di crescere e si forma su di essi una linea orizzontale evidente).
L'obbiettivo del nostro lavoro è di conoscere gli abitanti del Lazzaretto Nuovo, non solo gli aspetti fisici delle persone (età, sesso, statura ecc.), ma anche di capire come interagirono uno con l'altro, nella vita come nella morte.
L'articolo è stato pubblicato nel numero di giugno-luglio 2022 del magazine de La Biblioteca delle Isole (rubrica "L'Argomento").
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