Il progetto

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Il progetto dei Lazzaretti Veneziani è promosso dalle associazioni Ekos Club e Archeoclub d’Italia Sede di Venezia. La sua base è l’isola del Lazzaretto Nuovo nella Laguna Nord di Venezia, l'unica fra le isole minori dell'arcipelago veneziano ad essere stata rigenerata dall’abbandono e riportata all'ampia collettività tramite un’iniziativa non profit.

L'isola è oggi un ecomuseo dedicato al territorio e alla sua comunità: gestione e progetti sono frutto dell’impegno e dei saperi di centinaia di appassionati e volontari, in collaborazione con le Istituzioni e decine di realtà locali, nazionali e internazionali. Fa parte del 20% dei beni culturali e ambientali più frequentati d'Italia: partecipano sul campo e in digitale migliaia di persone ogni anno da tutto il mondo (dati 2023: 6.000 visitatori in sette mesi di apertura e 50.000 utenti online fra website, newsletter e social network).

Strumenti redazionali e contenuto evoluto
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Secondo la sua anima millenaria, l’isola è un centro propulsore e un avamposto sperimentale per Venezia: la città, la Laguna e le sue isole. Punto di incontro e divulgazione, produttore di ricerca e innovazione, dispositivo di coesione sociale e valorizzazione culturale.

  • Le isole del Lazzaretto Vecchio e del Lazzaretto Nuovo sono i primi due Lazzaretti della Storia: soglia sanitaria di Venezia, luogo di interscambio globale, sistema diplomatico e d’intelligence.
  • Il Sentiero delle Barene racconta lo straordinario ecosistema e paesaggio lagunare a rischio scomparsa, e l’equilibrio fra uomo, ambiente e cambiamenti climatici.
  • La Biblioteca delle Isole è il centro di didattica e indagine sui diversi temi e attività dell’ecomuseo.
  • Il progetto sviluppa e sostiene molte azioni e organizzazioni sul territorio, rivolte alla cura, all’approfondimento e alla condivisione del suo patrimonio storico, ambientale e antropologico (archeologia, architettura, restauro, natura, tradizioni artigiane e marinare, urbanistica, agricoltura, editoria…).

A seguito della dismissione militare, negli ultimi 45 anni il Lazzaretto Nuovo ha attraversato molteplici passaggi proprietari (prima Demanio dello Stato, di recente il Comune di Venezia): l'interruzione dell'abbandono e dei vandalismi, l'avvio e la continuità del progetto di rinascita dell'isola, oltre che di tutela e sorveglianza, sono stati garantiti dall'ininterrotto impegno delle due associazioni attualmente concessionarie. La valorizzazione del bene ha portato nel 1985 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali a riconoscere il Lazzaretto Nuovo di particolare interesse ai sensi della legge 1° giugno 1939 n. 1089; nel 1997 a stabilirvi il Deposito per materiali archeologici di provenienza lagunare della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio; e nel 2001 a sottoscrivere un protocollo d'intesa che ha affiancato, ai compiti di protezione del patrimonio culturale, anche quelli di scavo archeologico e di numerose attività condivise. A sostegno di questo partecipato progetto ecomuseale, la presenza e l'opera delle due associazioni hanno quindi stimolato e coadiuvato investimenti pubblici e privati per diversi milioni di Euro. 

Innamorarsi di un'isola: le storie dei volontari, il reportage Tg3 Persone

Dalla rassegna stampa: Il Gazzettino (1988) ~ RAITRE Tg3 ~ RAIUNO Tg1 ~ Corriere.it ~ Bell’Italia ~ Fanpage ~ La Stampa ~ Corriere della Sera ~ La Repubblica ~ Il Venerdì di Repubblica ~ RAITRE Sapiens ~ National Geographic Storica

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Storia di un’identità visiva. I colori riprendono le sfumature della Laguna in cui siamo immersi durante l’anno. Il logo è ispirato al “Libro di Benedetto Bordone nel qual si ragiona de tutte le isole del mondo” (1528; miniatore, cartografo e geografo di spicco nel rivoluzionario gruppo di stampatori ed editori veneziani con Aldo Manuzio).

#lazzarettiveneziani #isolebenecomune #perunmuseodellacittà

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Ogni anno decine di testate contribuiscono a divulgare la storia e il progetto dei Lazzaretti nei diversi continenti. Alberto Angela e Mario Tozzi nei giorni di ripresa per le prime serate su RaiUno e RaiTre.

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