L'Argomento ~ Le parole dei Lazzaretti nel mondo

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LE PAROLE DEL LUOGO
Su alcune parole di ambito medico del Lazzaretto Vecchio e del Lazzaretto Nuovo

di Francesca Malagnini (Università per Stranieri di Perugia) L'articolo fa parte del progetto di ricerca Pareti di Voci 


Le parole possono nascere in un luogo e caratterizzarlo, possono modificare il loro significato di partenza permanendo in un luogo, possono ricordare il luogo natio diffondendosi nello spazio e nel tempo

Con i Lazzaretti, la Repubblica di San Marco mise a sistema non solo una delle più antiche e lungimiranti soluzioni sanitarie per contenere la diffusione delle malattie infettive, ma anche termini irradiatisi poi nella geografia e nella storia.

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Le scritte del Lazzaretto Nuovo

LAZZARETTO

La parola lazzaretto, che indica l’ospedale per il ricovero e la cura degli appestati e, in seguito, anche dei lebbrosi, è veneziana. Fu coniata nel XIV secolo, ed è stata esportata nel mondo; è ancora in uso anche se ha leggermente modificato il suo significato: ‘ospedale in generale, e ricovero per le malattie infettive’. Dal 2020, con la pandemia COVID 19, la parola lazzaretto è tornata ad abitare nel lessico comune, riferendosi sia agli ospedali e ai reparti Covid sia agli ospedali da campo, allestiti per isolare le persone affette dalla malattia virale. 

Lazzaretto nasce forse dalla sovrapposizione e dall’incrocio del nome Nazareth associato a Lazzaro, protettore dei lebbrosi e delle malattie contagiose in genere. L’isola del Lazzaretto Vecchio, prospiciente il Lido di Venezia, prima del XV secolo era nominata Isola di Santa Maria di Nazareth. Vi si ergeva la chiesa omonima, abbattuta nel XIX secolo, ed era abitata dagli Eremitani Agostiniani, i quali davano ricovero ai pellegrini provenienti dalla Terra Santa. La Repubblica di San Marco, dopo aver assegnato agli Agostiani un’altra isola (Santo Spirito, nella Laguna Sud di Venezia), dedicò l’isola di Santa Maria di Nazareth a luogo riservato all’isolamento e al ricovero dei malati di peste. Dal 1423 risulta in funzione l’isola con il suo hospitale.

La scelta del luogo dipendeva dalla vicinanza alla bocca di porto di Malamocco, da cui accedevano le galere che giungevano a Venezia, e dalla vicinanza all’isola di San Lazzaro, destinata al ricovero per i lebbrosi. È molto probabile che nell’indicare le due isole, vicine e allestite rispettivamente al ricovero dei malati di peste e quelli di lebbra, si sia creata una sovrapposizione linguistica tra Nazareth e Lazzaro, secondo la seguente trafila: nazareth > nazareto > lazareto > lazzaretto.
In tal modo la Repubblica di San Marco ideò una delle più antiche e lungimiranti soluzioni sanitarie per contenere la diffusione della peste: un lazzaretto, ovvero un modello sanitario di isolamento e cura che si diffuse, con il nome irradiato da Venezia, nel mondo.

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La chiesa in "Isola del Lazzaretto Vecchio", G.B. Albrizzi, Biblioteca Querini Stampalia 

CONTUMACIA

È una parola dotta, dal latino contumācia(m), anteriore al 1292; ancora in uso (ad esempio nel diritto processuale).

Il significato medico che ha assunto all’interno del Lazzaretto è quello di ‘isolamento di persone sospette di malattie infettive [in questo luogo sospette di peste], per un tempo indeterminato’.

Nel suo Dizionario del dialetto veneziano, Giuseppe Boerio scrive che facevano contumacia le “persone o mercanzie che si tengono per un determinato periodo in Lazzaretto di sanità (far la contumacia o star in contumacia; cfr. Giuseppe Boerio, Dizionario del dialetto veneziano, Venezia, Santini, 1829 (1a ed.); Venezia, Cecchini, 1856 (2a ed.). s.v.)”. 

La parola è largamente attestata nei documenti dell’Archivio di Stato di Venezia e si riscontra in una epigrafe tarda (1782) del Lazzaretto Vecchio, nel quale, peraltro, i nomi di alcuni di magazzini coperti con archi chiusi o liberi nei fianchi laterali - detti teze/tezete/tezoni - sono nominati Contumacia alla Crozzola, Contumacia al Generalato o Fondaco di Ponente, Contumacia al Morer.

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La parola "contumacia” in una scrittura epigrafica del 1782 al Lazzaretto Vecchio

QUARANTENA

Nel senso sanitario, indica l’isolamento per un periodo di quaranta giorni, che possono ridursi (più raramente protrarsi) in base all’evoluzione della malattia della persona e alla sua diffusione. 

La parola, non coniata a Venezia, è impiegata al Lazzaretto Nuovo, unitamente a contumacia, e indica la convalescenza dopo la malattia. Come spiega Giuseppe Boerio, la quarantena è lo: “spazio di quaranta giorni, in cui si ritengono nel Lazzaretto le cose sospette di pestilenza. Onde far quarantina vale Star nel Lazzeretto quaranta o più o meno giorni per purgare il sospetto d’infezione” (Giuseppe Boerio, Dizionario del dialetto veneziano, Venezia, Santini, 1829 (1a ed.); Venezia, Cecchini, 1856 (2a ed.). s.v.).

Nei documenti veneziani d’Archivio ricorre nella forma veneziana quarantina; un’attestazione su pietra si riscontra in un’epigrafe tarda del Lazzaretto Vecchio nella forma italianizzata quarantena

 

L'articolo è stato pubblicato nel numero di luglio 2021 del magazine de La Biblioteca delle Isole (rubrica "L'Argomento").

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La pubblicazione Il Lazzaretto Nuovo di Venezia. Le scritture parietali (F. Malagnini, Franco Cesati 2017)